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“Il risveglio della Magna Grecia”

Le origini della prima “Napoli” si perdono nella notte dei tempi; la Neapolis che meglio conosciamo e che rappresenta, oggi, nell’area dei “Decumani” il Centro Antico della Città, è sorta verso la fine del VI e l’inizio del V secolo a.C. per opera dei Greci di Cuma e di Siracusa, unitamente ad altri Greci: i Calcidesi e gli Ateniesi che, dopo l’abbandono e la distruzione della più antica “Partenope” , edificarono intorno alla collina di Caponapoli, la città nuova: “NEAPOLIS” Furono queste popolazioni ad introdurre e ad “adattare” a questa città composta di tante Fratrie , gli antichi riti religiosi della Madre Patria. IL CULTO DELLA SIRENA PARTHENOPE Uno dei culti più caratteristici dell’antica città greca di Neapolis fu quella della dea Parthenope che divenne la divinità eponima della città. Essa fu identificata con una sirena il cui culto era già largamente diffuso lungo le coste del Mar Tirreno. Il mito delle Sirene ci viene presentato, per la prima volta sul piano letterario, da Omero nell’Odissea, con l’episodio molto noto di Ulisse che si fa legare all’albero maestro della sua nave per resistere al canto ammaliatore delle Sirene. Più tardi le Sirene vengono meglio determinate. Esse vengono conosciute per nome e, secondo la tradizione, Parthenope, Ligea e Leucosia sono le tre sirene alate dal volto magicamente bellissimo, compagne di gioco di Persephone, figlia della dea Demetra, trasformate, forse per loro stessa richiesta, o per punizione degli dei, in semiuccelli rapaci, costrette ad errare per i mari nell’affannosa ricerca della giovane dea rapita per amore da Ade, dio degli Inferi. Il destino delle Sirene è la morte in mare e dal mare del golfo vesuviano, in prossimità del fiume Clanio (il più famoso Sebeto), emerge il corpo di Parthenope, giovane fanciulla alata, morta per amore, alla quale, sull’isolotto di Megaride, viene elevato un sepolcro attorno al quale sorgerà l’omonima città. Il culto di Parthenope Casta, fu introdotto, forse per primi, dai navigatori Rodii; fu osteggiato dai Cumani che poi, costretti da un oracolo, dovettero ripristinarlo ed infine gli Ateniesi, nel 430 a.C. fecero rivivere il culto, istituendo in onore di Parthenope, la LAMPADOFORIA LA LAMPADOFORIA La Lampadoforia o Lampadedromia, cioè la corsa con le fiaccole, era un particolare tipo di corsa che godette di grande popolarità anche a Roma. Questa competizione traeva le sue origini da riti sacri; per questo motivo si correva ogni anno a Neapolis, nei pressi della tomba della Sirena Parthenope. Si tratta di una corsa a staffetta, a più squadre, composte in genere da atleti appartenenti alla stessa Fratria, il collegamento è realizzato mediante il “testimone”: una fiaccola che il corridore passa al suo compagno di squadra, pronto allo slancio, e che non deve spegnersi fino alla fine della gara.

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